Tino Simonetti

 

 
Nome: Santino
Cognome: Simonetti
Data di nascita: 4 novembre 1964
Luogo di nascita: Napoli
Anno di esordio: 1983 – Barca
Sito web: www.tinosimonetti.it

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Biografia

Capita che un giorno, tornando a casa dal lavoro, la strada che abitualmente percorri è interrotta per riparazioni. Sei costretto ad una direzione alternativa, una stradina sterrata che hai sempre evitato per paura che le buche rovinassero la tua auto nuova con mille sobbalzi. Ma c’è una sorpresa: involontariamente, inevitabilmente, un pò per magia e un pò per destino, ti ritrovi a percorrere un lungo viale alberato, col sole che bacia le foglie ad una ad una, e il vento che accarezza l’erba in un unico movimento armonico. Allora ti fermi, apri lo sportello, scendi dalla macchina e…piangi. Piangi perché capisci che la vita, quella vera, non è la fretta, l’arrivismo, il denaro, l’auto nuova….la vita è semplicità, gioia e emozione, gusto, amore e passione…

Capita che un giorno, tornando giugno, la strada che abitualmente percorri è chiusa per la costruzione di un giglio. Questa volta non ci sono direzioni alternative: c’è qualcosa che ti spinge a guardare, a restare, a sentire il rumore dei chiodi e del martello, ad ascoltare i commenti della gente, la città che si sveglia. Resti, guardi, ascolti e….piangi. Piangi perché sai che oggi niente è più come prima: nella festa di San Paolino sono altre le cose che contano, non più il cuore ma la competizione, non più l’armonia delle note ma il frastuono, non più la passione ma l’abitudine. La festa è semplicità, gioia e emozione, gusto, amore e passione…signori, questa è la festa dei gigli di Nola. Signori, questo è Tino Simonetti.

Attenzione: qui non si tratta di fare l’elogio di una persona che, comunque, già per le sue qualità morali (a detta di tutti coloro che hanno avuto la fortuna di parlare con lui), meriterebbe stima e rispetto fuor d’ogni dubbio. Parlare di Tino Simonetti è raccontare come il senso delle cose belle, della fortuna di nascere a Nola, dell’aver capito che il futuro si costruisce sulla tradizione, riesca a prendere la giusta direzione nel cuore di un uomo.

Come nelle sane famiglie di una volta, Tino nasce nel 1964 e comincia a muovere i suoi primi “passi musicali” cantando alle feste degli amici dei genitori, mentre il papà lo accompagnava con la fisarmonica: aveva solo otto anni, ma la direzione intrapresa lasciava già trasparire la voglia di emozionare. La prima uscita pubblica si ebbe nel 1980 quando, partecipando al festival “Zagnissima” con la canzone “Tutta pe ‘mme”, adorata dalla madre, si classificò terzo. Il fascino del “classico napoletano” si ripercuote in qualche modo nella sua carriera nella festa eterna: era un periodo molto fervente, quello. Nasceva, tra i giovani, il fenomeno delle “barche” fuori festa, omaggio a San Paolino, e per i ragazzi Tino era già indispensabile. La prima volta su un giglio: sarà l’amore per la propria terra, o forse la voglia di migliorarsi sempre, Tino si esibì in primis a Barra, nel 1982, facendosi letteralmente “le ossa” per il debutto a Nola, che avvenne l’anno dopo ancora sulla Barca: la benedizione del nostro amato San Paolino si fece sentire, tant’è che da quel comitato vennero fuori tanti personaggi che, ancora oggi, hanno un ruolo chiave nella Festa Eterna.

L’usignolo si era sbloccato: da quell’anno, non salterà una festa, impreziosendo col suo colore la gioia di chi resta in ascolto: protagonista non solo a Nola e Barra, ma anche Brusciano, Casavatore, Crispano e altri paesi in cui, a vario titolo, si celebra una “festa dei gigli”. La promozione di Nola in Italia e nel mondo passa inevitabilmente attraverso la tradizione: ecco allora le esibizioni del nostro artista a Ischia, a Torino e le due trasferte portoghesi di S. Maria da Feira e Lisbona. Come in tutte le carriere, non mancano momenti sfortunati alternati a periodi di grande successo. Con gli occhi lucidi, Tino ricorda il 1994, anno in cui collaborò con Claudio Mattone al progetto musicale per il giglio del Panettiere: è ancora nella testa di tutti la marcia “Aiza aiza”, trionfale come poche. E tanti sono i maestri con cui ha avuto il privilegio di lavorare: A. Visco, F. Farina, E. Stellato, R. Improta, S. Parrella, F. Forino, S. Giardino, incidendo canzoni presso le migliori case discografiche di Napoli. Sotto l’egida del suo “maestro artistico” Enzo Parisi, voce tra le più belle di Nola, anche Tino si avvia a scrivere il suo nome nella storia della tradizione del suo paese. I successi da lui eseguiti non si possono enumerare senza riempire fiumi di pagine: “Nun m’arrenn”, “Mpruvvisamente” (G.Barone), “Preghiera e popolo (F. Natalizio)”, Bella (N. Cesarano), “La magica Trinchese” (F.T.) e tante altre. La passione per la musica dei gigli l’ha portato a confezionare un archivio di più di quattromila pezzi, una vera collezione di cimeli “folkloristici”, pietre miliari del folklore giglistico, con la speranza, un giorno, di poter dare vita all’Enciclopedia Musicale della festa eterna, ennesimo contributo ad una manifestazione che, già di per sé, ha i caratteri dell’immortalità.

Ma Tino non è solo “festa dei gigli”: spettacoli un po’ in tutta Italia, con un repertorio di classici napoletani, spesso in compagnia del “padrino” Mario Merola, a lui profondamente legato, col quale si esibisce davanti a platee di 30.000 spettatori. Contatti con diversi produttori cercarono di tentarlo verso una carriera che si prospettava quantomeno gratificante. Ma il nostro amico è uno coi piedi per terra: all’effimera gloria, ha preferito la responsabilità di una famiglia e la sicurezza di un lavoro “normale”, se così si può definire il lavoro di chi si preoccupa dell’incolumità della gente all’interno del corpo dei Vigili del Fuoco. Ecco quindi che la musica diventa un hobby, e forse questo aiuta ancora di più il calore della sua voce: nella spensieratezza c’è divertimento, e quando ci si diverte allora si riesce meglio. Fioriscono allora le sue partecipazioni a svariate trasmissioni televisive, a festival di canzoni napoletane (l’ultimo su “Tele Akery”), esibizioni alla Festa di Piedigrotta e, nuova sfida, attore nel musical “La taverna degli artisti”, scritta dall’eclettico artista nolano Salvatore Esposito, detto “Pipariello”.

A proposito di Merola, fu proprio Tino a riportarlo a Nola, dove non si esibiva da ormai un ventennio. La sua morte, come quella di E. Parisi e, ancor più, degli amatissimi genitori, nel corso degli anni hanno pesato come macigni sulla sua vita personale e professionale: ma è pur vero che Tino ha saputo far tesoro degli insegnamenti ricevuti da ognuno di essi, trasmettendo il loro ricordo e le sue emozioni proprio attraverso il canto. Oggi la voce di Tino è calda, preziosa, curata, frutto di studio e allenamento: l’approssimazione non è una caratteristica che gli appartiene, in contrasto con l’attuale “classe” dei cantanti dei gigli, sempre professionale e disponibile, anche quando le “gioiose intemperanze” di qualche amico lo costringono ad esibirsi nei luoghi e negli orari più insoliti.

Forse è proprio per questo suo saper parlare al cuore della gente che, nel 1995, ha ricevuto i voti necessari per l’elezione a Consigliere Comunale di Nola. L’esperienza politica è stata, però, solo una breve parentesi della sua vita. Anche se è proprio grazie a quell’esperienza che ora, in paese, non esiste persona che non si rivolga a lui per una stretta di mano.

Che altro aggiungere? In verità, credo che non tocchi a noi farlo: sarà Tino, col prosieguo della sua vita e della sua carriera, a scrivere ancora tante pagine di questa biografia che, in fin dei conti, vuol essere solo un piccolo riconoscimento ai suoi meriti, e uno stimolo a fare sempre bene ciò che già ora sa fare in maniera eccellente.

Un’ultima annotazione: non stupitevi se, nel momento in cui gli rivolgerete un complimento, lui non arrossirà, né vi dirà che state esagerando. Come egli stesso ama dire, la falsa modestia è anch’essa ipocrisia: il buon Tino è consapevole del grande dono che ha ricevuto. Non è davvero il caso di essere modesti. Viva Tino.

Articolo di Luigi D’Avanzo

 

Anno Giglio Paranza Divisione musicale
1983 BARCA Fantasia M° Falco
1984 CALZOLAIO Cumpagniell’ di Gateano Cassese
1985 ORTOLANO Nuova San Massimo M° Inno
1986 SARTO Castagnini F.lli Mozzillo
1987 CALZOLAIO Castagnini di Raffaele Improta
1988 SARTO Volontari M° Peluso
1989 BECCAIO Volontari di Maurizio Saccone
1990 ORTOLANO Parient’ e amici cari F.lli Forino
1991 BECCAIO Condottieri M° Inno
1992 PANETTIERE Condottieri F.lli Forino
1993 BETTOLIERE Condottieri F.lli Forino
1994 PANETTIERE Insuperabile di Gaetano Cassese
1995 PANETTIERE San Massimo di Gaetano Cassese
1996 SARTO Pollicino F.lli Forino
1997 PANETTIERE Nuova Gioventù di Raffaele Meo
1998 ORTOLANO FT di Raffaele Meo
1999 BETTOLIERE Volontari di Pino Cesarano
2000 BETTOLIERE Simpatia di Felice Forino
2001 FABBRO Risorgimento di Felice Natalizio
2002 CALZOLAIO FT di Felice Natalizio
2003 CALZOLAIO FT di Felice Natalizio
2004 SARTO San Massimo di Felice Natalizio
2005 ORTOLANO FT di Pino Cesarano
2006 FABBRO San Massimo di Pino Cesarano
2007 ORTOLANO San Massimo Di Maiolo – Parrella
2008 SARTO San Massimo Greco’s Band
2009 ORTOLANO San Massimo di Pino Cesarano
2010 SARTO Mondiale C2 Band
2011 BETTOLIERE Formidabile C2 Band
2012 FABBRO Stella Real Giannino Band
2013 PANETTIERE Volontari Manco’s Band
2014 CALZOLAIO Tigrotti di Pino Cesarano
2015 SALUMIERE Formidabile Di Maiolo – Parrella


Si ringrazia Tino Simonetti per la collaborazione

One Reply to “Tino Simonetti”

  1. Egregio sig. Simonetti è encomiabile il lavoro che ha fatto per la raccolta delle canzoni dei gigli che Lei con amore e passione da vero amante della nostra festa ha realizzato.
    Sono un nolano che per motivi di lavoro mi trasferii a Capua, pensionato 75enne con tutti i parenti che risiedono a Nola ove settimanalmente mi reco.
    Figlio di ” chiappariello” prezioso collatore e collaboratore di ” Giuvanno o barbiere” storico capoparanza .Anche io , giovanotto, facevo parte della paranza e successivamente a quella di “Erasmo Lione”.
    Mio cognato Vasco Pasquale con altri quattro amici, tutti giovanotti, ebbero l’onore di vedersi assegnare il giglio, secondo il mio parere più ambito, dell’ortolano per l’anno 1964.
    Purtroppo nessuno di loro ha conservato un ricordo del giglio ( foto, canzoni e quant’altro) , specie mio cognato, soffre per questo per cui le sarei estremamente grato se potesse rintracciare qualcosa riguardante il giglio in questione. Renderebbe una grandissima gioia , in questo caso, a tutti e cinque gli assegnatari del giglio. La ringrazio anticipatamente, anche se le sue ricerche non dovessero portare risultati.
    Con affetto
    Vincenzo Montanino

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